“…I become the cigarette and you the match
Or I the match and you the cigarette
Blazing with kisses that smoulder towards heaven”
Questa è la parte finale di una poesia di Ron Padgett, come tutte quelle citate nel film ‘Paterson’ di Jim Jarmusch. Questa, in particolare, intitolata ‘Ohio blue tip’, mi ha ricordato ‘Tre fiammiferi’ del francese Jacques Prévert.
Paterson è un luogo reale e una persona immaginaria. E da Paterson, Ohio, uno dei tanti luoghi insignificanti, ripetitivi e tutti uguali degli Stati Uniti, però sembra essere passata parecchia gente interessante.

Nel mio giostrarmi in questo fine di agosto mellifluo, trovo piacevole guardare film in tv, gli scuri delle finestre accostati, nell’orfano silenzio di una città semideserta. Sono prossimo alla partenza, ancora l’Ucraina. Il mio richiamo passa attraverso i boschi, lungo sotterranei canali, come la scarica della saetta, il rombo del tuono, il bianco accecante dei lampi. Il Grido della guerra.
Il tocco della tua mano ancora per stanotte, poi lasciatemi partire.
Permango con il dubbio se una vita quieta e in fondo monotona, spezzata solo dalla poesia, come quella dell’autista di bus Paterson, non sia come i raggi del sole che adesso filtrano nel fogliame dritti dentro i miei occhi. Tutto diventa luce calda, senza contorni. Sarebbe il mondo migliore.
E sempre quella irrequietezza del volerci trovare in un posto differente da dove siamo.
Dicevo che parto, all’inizio.
È tutto pronto e io sono sull’aereo
ma non trovo
Il mio amuleto